martedì 8 dicembre 2015

Il Sertão rivoluzionario di Conselheiro e Lampião, tra socialismo e misticismo, attraverso "O' cangaceiro", da Barreto a Giovanni Fago.







     Il Sertão è una sub-regione brasiliani situata a nord-est del Paese e interessa numerosi stati della federazione carioca (Bahia, Sergipe, Alagoas, Pernambuco, Paraíba, Rio Grande do Norte, Ceará e Piau Minas Gerais).
 Quest'area è caratterizzata da una brusca alternanza tra periodi di estrema siccità e periodi di piogge violentissime. La precipitazione media annuale, che risulta compresa tra 500 e 800 mm, risulta concentrata in una breve stagione delle piogge, da gennaio ad aprile nella parte occidentale, mentre da marzo a giugno nella zona orientale.
 Questo clima ha reso difficilissima la vita nell'area, specialmente se a ciò si aggiunge l'azione dell'uomo, che con l'allevamento e le momocolture ha reso ancora più sterile questa terra.
 Una terra violata e sfruttata, così come il popolo che ha cercato di sopravvivere in essa. L'aridità del sertao è stato causa non solo di incendi a carico di una flora arsa prima dal sole e poi dalle fiamme, ma quell'aridità ha agito anche sugli animi umani. Agli indio sfruttati da un latifondismo violento, si sono aggiunti, dopo la fine della schiavitù, avvenuta nel 1888, un esercito di neri disorientati e spauriti. 
 Come in un medioevo affamato e mistico, il popolo fu ammaliato dalla figura di Antonio “Bom Jesus” Conselheiro, fondatore di una comunità nel villaggio di Canudos, nello stato di  Bahia, basata su una forma di socialismo cristiano. Prima di allora, Conselheiro aveva dedicato la sua vita a insegnare ai figli dei poveri contadini e a fornire assistenza legale a questi ultimi. Dopo un periodo di pellegrinaggio e di assistenza ai miserabili, realizzato proprio durante la peggiore siccità avvenuta nel Sertão, quella del 1877-79, egli decise di fondare una comunità dove ospitare e dare lavoro agli emarginati del brasile repubblicano, visto come la manifestazione del potere di Satana e dell'Anticristo.
 La crescita della fama di Conselheiro, a cui era associata la sempre maggiore espansione della sua comunità, portò il Governo a inviare numerose spedizioni militari contro questa enclave di "sovversivi" la cui influenza poteva estendersi a macchia d'olio, mettendo in discussione sia il potere dello Stato sia quello della Chiesa. Il Governo inviò, tra il 1896 e il 1897, ben quattro spedizioni militari contro gli abitanti di Canudos. La quarta, dopo le prime tre che videro l'esercito brasiliano sconfitto dai seguaci di Conselheiro, ebbe inizio il 5 aprile 1897. I 4000 uomini, capitanati  dal Marechal Carlos Machado Bittencourt, ebbero la meglio sui difensori di Canudos. Gli abitanti vennero uccisi, le abitazioni distrutte e il “Bom Jesus”decapitato.
 Un'altra importantissima figura rivoluzionaria che agì nel Sertão è Virgulino Ferreira da Silva (07-06-1897/28-06-1938), detto "Lampião". Ci sono varie ipotesi per l'origine del suo soprannome. Alcuni sostengono che fosse per la sua capacità di sparare con tale velocità, da sembrare che avesse in mano una lampada accesa. Per altri esso deriva dal riflesso dei suoi occhiali o dal fatto che avesse sempre un sigaro acceso in bocca.
 Il padre, José Ferreira, venne ucciso in un conflitto a fuoco con la polizia, assoldata da un proprietario terriero con cui  era nato un conflitto. La morte del padre, il potere di vita e di morte dei proprietari terrieri nei confronti dei contadini e l'estrema povertà dei suoi simili sono tutti elementi che indussero Virgulino a divenire cangaceiro, ossia un bandito, e a guadagnarsi il soprannome di Lampião.
 Come per  Conselheiro, anche per Lampião le grandi siccità ebbero l'effetto di far fermentare il suo spirito rivoluzionario. Durante quella del 1877, il popolo assetato si riversò nelle città, chiedendo assistenza e carità. Al fine di evitare nuovamente tali disordini, il governo autorizzò i latifondisti a gestire dei "campi" ove far affluire i miserabili, al fine di sostenere le loro necessità fisiologiche e al contempo tenerli lontane dalle linde strade delle città. Nel  Sertão si verificò ciò che i vertici dell'ersercito americano avevano collaudato con i Nativi, dei campi di concentramento dove permettere il massacro di un intero popolo, intascandosi contemporaneamente i finanziamenti statali per le scorte destinate ai morti che camminavano diretti a quei mattatoi.
 L'unione con la banda di Sebastião Pereira, avvenuta nel 1922, ha favorito, una volta che questi si è ritirato dal banditismo, l'acquisizione di maggior potere e influenza nella regione del  Sertão da parte di Lampião, che dimostrò ben presto di essere un leader carismatico e un ottimo stratega. Il suo legame con la religione e la sua condotta caritatevole gli permisero di essere ben visto dalla popolazione, anche se compi alcuni atti efferati.




 Nel 1929 conobbe Maria "Bonita" Gomes de Oliveira, che diventerà la sua compagna per tutta la vita. I due avranno anche una figlia, Expedita, nata nel 1932.
La morte di Lampião fù causata dal tradimento di Joca Bernardes, un sostenitore del rivoluzionario. All'alba del 27 luglio 1938, la trappola ordita ai suoi danni si manifestò sotto forma di una pioggia di piombo che investì la fazenda "Angicos", nello stato di Sergipe. I cadaveri di Lampião, Maria Bonita e degli altri membri della banda vennero percossi e mutilati. Le teste, dopo essere state studiate da scienziati lombrosiani, finirono al museo antropologico a Salvador Da Bahia, dove vennero mummificate ed esposte al pubblico. I resti dei Cangaceiros ebbero degna sepoltura solo nel 1969.





      Nel 1953, Lima Barreto dirige "O' cangaceiro", prima opera cinematografica in cui viene rappresentata la lotta dei cangaceiros del Sertão contro i "feudatari" locali e il potere centrale. Ispirato dalla vita di Lampião, l'opera di Barreto resta uno dei film più importanti della cinematografia brasiliana. Nel film vengono narrate le gesta della banda di cangaceiros guidata da Galdino (Milton Ribeiro), dominatore del Sertão.
  Nel 1964 viene girato "Deus e o Diabo na Terra do Sol" dal regista Glauber Rocha, fondatore del movimento cinematografico brasiliano di rinnovamento detto Cinéma Nôvo. Nel suo secondo lungometraggio, Rocha descrive il viaggio, in un Sertão quasi post-apocalittico, del vaccaro Manuel, fuggito con la moglie Rosa dopo aver ucciso il suo tirannico padrone. Il film viene terminato in ventitre giorni, giusto in tempo per non finire sotto la tagliola della dittatura dei "gorilas", guidata dal maresciallo Humberto de Alencar Castelo Branco che, grazie all'aiuto statunitense, depose il presidente João Goulart. Dopo aver partecipato a Cannes, il film vince il primo premio alla Mostra del Cinema Libero di Porretta.
 "Antonio das Mortes" è girato nel 1969  dal regista Glauber Rocha. Il film è ambientato nel Sertão del secondo dopoguerra, dove alcuni contadini si riuniscono attorno al mistico Coirana, il quale li indirizza verso il culto di un San Giorgio particolare, in cui la o scontro con il drago è una chiara rappresentazione della lotta tra il proletariato e il capitalismo. Il capo della polizia assolda un Killer per risolvere il problema di questi cattocomunisti. Il film ha vinto il Premio per la regia alla 22ª edizione del Festival di Cannes.
 Ispirato più a  "Antonio das Mortes", che non al film di Barreto,  "O' cangaceiro" viene diretto da Giovanni Fago nel 1970, con la splendida fotografia di Alejandro Ulloa. In quest'opera si alternano momenti di ilarità, basta pensare alla cena con il Governatore, e dramma.





Un reparto dell'esercito circonda il villaggio e l'osteria dove Firmino e i suoi uomini stanno bevendo e giocando a carte. Il colonnello Minas tratta per la sua resa, in cambio della quale promette di risparmiare gli altri membri della banda. Firmino si lascia convincere, ma una volta uscito viene trivellato di colpi insieme ai suoi uomini. Con la sua morte, ha inizio la mattanza di tutta la gente del villaggio, rea di aver ospitato un criminale. Il canto degli uccelli nelle gabbie, presenti in quasi tutte le abitazioni, stride con quello dei fucili e con il verso degli avvoltoi che gia volteggiano sul villaggio.
  Espedito (Tomás Milián), ferito durante il massacro, viene curato da fratello Giuliano della vertigine, eremita, frate e medico, all'interno dei ruderi di una vecchia chiesa. Frate Giuliano istruisce Espedito sulla figura del Cristo, dando origine a un dialogo surreale tra un cattolico esaltato e un villano tonto.
 Quale può esser l'effetto di tal semina sulla paludosa mente di Espedito? La pura follia! Egli si aggira tra i vari villaggi con una tunica bianca, imbracciando con una mano un'esile croce di rami e un machete, per lottare in nome della libertà e della verità. In uno di questi sterili sermoni, egli conosce Diavolo Nero, che lo invita a unirsi alla sua banda. Egli rifiuta, essendo il Redentore aspira a una propria banda composta da apostoli.
 Anche il Diavolo può insegnare al redentore: <<Ricorda, il machete è più lungo della mano, ma il fucile è più lungo dal machete.>>




 Stanco del ruolo di predicatore, Espedito assume quella del paralitico, al fine di fare la carita alle numerose persone accorse per la benedizione, da parte del vescovo Celestino, dell'istallazione dei nuovi cannoni a difesa della città. Il suo carattere burrascoso non risulta comunque adeguato alla circostanza, ma soprattutto alla sensibilità dei militari, che lo sbattono in cella partendo in pole position...
 Riusciti a fuggire, i prigionieri si recano nell'armeria della prigione, dove Espedito si appropria di un contenitore di nitroglicerina. Questa viene utilizzata per far saltare in aria i cannoni proprio durante la loro benedizione. In questo modo egli riesce a vendicarsi del colonello Minas, responsabile della morte di suo padre e della sua povera vitella grassa, veramente sua perché <<me l'ero rubata>>.
 Ormai leader indiscusso degli ex-galeotti, Espedito li guida verso la strada della vendetta e della giustizia, con la spada e con il fucile. La croce è ormai messa da parte. Egli diviene il "Redentore", ossia il "Re del Cangaço".




Grazie al geologo olandese Vincenzo Helfen (Ugo Pagliai), il Governatore viene a conoscenza di un giacimento petrolifero ad Agua Btanca, nel Sertao. Al fine di risolvere il principale problema dei banditi che infestano la zona, Helfen mette a disposizione la sua compagnia, in grado di gestire sia il processo estrattivo sia il controllo militare del sito.



 La fotografia si rifà spesso alle composizioni del neoralismo, assumendo in alcuni casi una forma pasoliniana nella prossemica dei personaggi. Si formano come delle nicchie su cui si incastonano quei volti popolari, luridi e tonici. Dei presepi viventi in cui la natività è della vendetta.
 Il sacrificio, così come il sangue, non risulta monopolio di una fazione. L'ara accoglie i corpi dei soldati come dei guerriglieri, figli della stessa terra e della stessa fame. Figli della stessa paura. Pasoliniano abbiamo detto del resto.




Popolare è anche la religiosità, fatta di carne più che di spirito. E' come se la povertà e la fame inducessero un bisogno della materialità del divino e del profetico. Una religiosità in cui la fede può essere riposta solo su un altro uomo. Un uomo pezzente come se stessi, ma in cui la carne si fonde con la luce della speranza e dell'eterna vendetta.




3 commenti:

Lucius Etruscus ha detto...

Letto questo splendido post con il "Gangaceiro" dei Litfiba nella mente ;-)
Qui poi dovrai linkare Mister No a manetta ^_^

Ivano Satos ha detto...

Grazie Mille Lucius!!! Già domani ci sarà un Mister No nel Sertão ;)

Insulation Contractors Ontario ha detto...

Interesting thoughts.