Un
viaggiatore, vestito con un poncho consunto, un cappello grigio di
polvere e in sella ad un enorme cavallo nero, segue la sua pista di
sangue cercando informazioni su Dirk Blackfull. Ognuna di queste indica Santa
Ana, California.
Una
pista di sangue ma anche di puttane, ubriachi, bifolchi e cinesi
capaci di vender anche l'aria e la polvere. Polvere rossa che aleggia
dappertutto, capace di rivestire pure le pareti dell'intestino. Una
pista di sangue per trovare finalmente Blackfull e farsi liberare da
una maledizione immortale e fedele.
Samuel Marolla, in Luna Coyote, dipinge un West tinto con il rosso del Santa Ana
e del sangue, ma l'odore è quello del letame equino e dello zolfo
dell'inferno. Maledizioni messicane che scavano la pietra con
una intensità e una persistenza da trasformare i canyon in rigidi budelli
collegati all'inferno. Ma il vero inferno è quello che si aggira per
la California contorcendosi e urlando come un'orgia di Furie e
Baccanti in una caccia all'uomo che si trasforma in una lotta tra
spiriti tribali.
Recensione apparsa precedentemente sul blog Beati Lotofagi.
Recensione apparsa precedentemente sul blog Beati Lotofagi.
2 commenti:
Prima o poi mi deciderò a leggerlo! :-P
"Luna Coyote" è un bellissima opera weird western. Samuel Marolla è geniale. Io sono in educata attesa del secondo volume de "Il Club degli Hashishins" ;)
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