mercoledì 18 febbraio 2015

Le colt cantarono la morte e fu... tempo di massacro








     Le colt cantarono la morte e fu... tempo di massacro è il primo spaghetti western girato da Lucio Fulci. Questo film rappresenta una sorta di opera premonitrice delle future opere del Fulci e delle sue ossessioni.
 Film estremo, Moravia lo definì film artaudiano, sin dalla prima scena. In una raduna vi sono degli uomini a cavallo che paiono una versione rozza e yankee della caccia alla volpe, vi è persino un Kennelman a cavallo e alcuni Whips con cani non proprio da caccia. Ad un segnale viene aperta una gabbia in vimini da cui esce non una volpe ma un peone che, frustato al viso, corre verso il fitto bosco inseguito, dopo un meritoso vantaggio, dalla muta di pastori tedeschi e dai cavalieri... La corsa termina in un torrente dove i cani tingon il loro pelo e le acque di sangue.
 A quel liquido ormai rosso, si sovrappone l'immagine di altre acque più limpide dove un cercatore d'oro, Tom Corbett (Franco Nero), è il destinatario di una strana missiva che lo prega di ritornare a casa, dopo circa un anno di assenza. 
 Tom, una volta giunto in paese, scopre che la fattoria di famiglia, come ogni altra attività del paese, è ora proprietà di un certo Scott e di Junior, il suo sadico figlio.
 Rintracciata la governante india e il fratello Jeffrey, interpretato da un istrionico George Hilton, scopre le condizioni misere in cui vivono. Tom, dopo una serie di tragici eventi, decide di parlare con Scott e si reca al suo ranch grazie alle doti da pistolero del fratello alcolizzato. 
Proprio grazie a George Hilton, e alla sua espressività da mascalzone latino, l'ironia risulta presente in molte scene del film.  Il suo urlare <<Ehi, gentlemen>>, prima di dar origine alle sue sparatorie acrobatiche a cavallo, diviene un tormentone spassoso.
 La rissa nel saloon, tra Jeffrey e gli sgherri di Junior, sembra una via di mezzo tra il pestaggio di Clint Eastwood in Per un pugno di dollari e le sberle che infarciranno i futuri western di Bud Spencer e Terence Hill.
Ricordiamo che Tom, sia per il vestiario sia per acconciatura e barba, ricalca molto il Clint Eastwood della Trilogia del dollaro.









 Il film rappresenta una fusione tra i tipici elementi western, soprattutto gli spaghetti western di Leone, e le ossessioni fulciane.
 Proprio una di queste ossessioni risulta essere una delle sequenze più crude del film, la fustigazione di Tom da parte di Junior. Il duello con le fruste dura complessivamente 3 minuti ma la flagellazione di Tom occupa 2/3 della disputa. Il regista ci mostra 2 minuti di flagellazione in cui la carne frigge sotto le ustioni dei colpi.
 In altri film di Fulci, Non si sevizia un paperino e ...E tu vivrai nel terrore! L'aldilà, è presente la battitura/fustigazione dell'innocente. La punizione corporale, nei due film citati, si realizza sempre a carico di emarginati. La scintilla che fa scatenare il linciaggio è il sospetto legato all'interesse per le pratiche magiche, il Fulci utilizza ciò come un pretesto per accusare la mentalità bigotta e il soppruso contro il diverso. Possiamo quindi collegare anche la fustigazione di Tom, pur se il suo esser diverso presenta connotati più "positivi" in senso sociale poiché egli risulta un reietto in un ambiente omertoso e apatico.
 La scena ispirerà il principale innovatore in terra americana del genere western anni '70, ovvero Clint Eastwood. In "Lo straniero senza nome", sua prima regia nel genere che lo rese famoso, la storia ruota proprio intorno  alla morte, avvenuta a frustate, del Marshall Jim Duncan, fratello dello straniero. La legge del contrappasso vedrà uno dei banditi perire allo stesso modo.






Qui il reietto non raggiunge il martirio, che invece si realizza negli altri film, solo grazie all'intervento di Scott. Egli incarna una figura tipica del western, il ricco senza scrupoli che accumula ricchezza e potere attraverso una crudele iperfagia. L'anziano patriarca ricorda Anthony Quinn in Il giorno della vendetta (Last Train from Gun Hill, 1959). Anche questo personaggio subisce la follia del figlio, non episodica ma patologica nell'opera fulciana, e si trasforma in un Anchise che porta sulle spalle il proprio Enea, invertendo la visione edipica di Sartre. Se Quinn assolve a tale compito con l'ardore e la potenza tipica del personaggio, Skott non riesce a sopportare il peso della follia filiale che lo consuma come una neoplasia.
 Junior rappresenta un misto di atteggiamenti maniacali e fissazioni infantili. In molte scene lo vedremo sfumare nelle due personalità in pochi attimi. Quando ho visto Dandy di "American Horror Story: Freak Show" mi è tornato in mente proprio Junior, anche se in veste meno virile.



Le colt cantarono la morte e fu... tempo di massacro è infarcito di sparatorie e acrobazie, queste ultime rappresentano un altro elemento tipico di alcuni spaghetti western. Capriole, voli d'angelo e sparatorie creative alleggeriranno i momenti più violenti. Non mancano le così dette scene di "morte break dance" o della più estrema "MD", moonwalk death, in entrambe le quali la vittima, dopo una raffica di proiettili, si esibisce in una celentanata prima di morire. Una di queste dura ben dodici secondi con annesso scambio di pistole tra i fratelli Corbett.
 Questo film rappresenta una visione obbligata non solo per gli appassionati delle opere di quel grande artigiano e contaminatore di generi che fu il Fulci, ma anche per tutti gli affezionati fruitori degli spaghetti western.

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