mercoledì 14 ottobre 2015

"Wild West. Inizia una nuova saga digitale" di Lucius Etruscus






Wild West

Inizia una nuova saga digitale

di Lucius Etruscus


Il western è più vivo che mai e non conosce limiti di “formato”. Come scrivo da anni, la nascita dell’editoria digitale ha riportato in vita quello che nel Novecento chiamavano pulp e nell’Ottocento chiamavano feuilleton: la narrativa d’intrattenimento in piccolo formato ad uscita regolare, pensata per appassionare lettori d’ogni tipo.
Come il blog Kentucky Mon Amour testimonia da tempo, non mancano romanzi e racconti in eBook più o meno legati ai dettami del western – anche contaminato – ma ora la Delos Digital presenta una nuova collana digitale di puro genere classico: “WildWest” è il suo titolo ed è curata da un nome d’eccezione come Stefano Di Marino.
È impossibile spiegare in poche righe la carriera di uno dei più versatili e prolifici narratori italiani, potrei invitarvi semplicemente a consultare la sua sterminata pagina Wikipedia, ma un paio di cose vorrei dirle. Per esempio che trovate ancora in edicola lo speciale di Segretissimo “Il Professionista Story 11”, con una ristampa e un inedito con protagonista Chance Renard, il Professionista: storico personaggio action di Di Marino che ha compiuto ormai vent’anni di vita editoriale. Così come trovate ancora lo speciale “Noisiamo Legione”, dove Di Marino e gli altri autori “sotto copertura” della collana raccontano un’avventura inedita del loro personaggio d’elezione.

Molti ti conoscono come autore di romanzi action e spy, ma nel tuo cuore c’è sempre stato spazio per il West: quando è nata la tua passione per questo genere?
Da ragazzino. Negli anni ’60-’70 la produzione avventurosa per ragazzi era prevalentemente western, nei fumetti, al cinema e c’erano anche molti romanzi nelle collane per giovani. Al di fuori di Emilio Salgari o di altri classici come “I Tre Moschettieri” e “Ivanhoe”, la mia formazione è avvenuta prevalentemente in questo filone che, comunque, è assai ricco di spunti.

Il 2015 sembra un’età moderna ma in fondo siamo come sempre in un’epoca di frontiera: quale credi sia il motivo per cui il genere western, tra alti e bassi, sia ancora vivo e vegeto?
Come diceva una volta Ivo Milazzo, il creatore di Ken Parker, il West è una metafora dei nostri tempi. Ci consente di parlare di cose moderne, ambientandole in un universo leggendario, metastorico.

Raccogliendo l’eredità del pulp di inizio Novecento, nasce la tua collana “Wild West” per Delos Digital: puoi raccontarci qualcosa di questa iniziativa?
L’idea è nata all’inizio dell’estate (anche se questo inverno avevo già scritto un romanzo che leggerete tra qualche mese per dbooks.it) durante una conversazione con Franco Forte che mi chiedeva di elaborare qualche nuovo progetto. Mi disse che gli sarebbe piaciuto il West. Ho preso la palla al balzo perché, tra film e fumetti, non ho mai smesso di frequentare il genere. Mi sono riletto un po’ di “I Grandi Western” Longanesi, giusto per ritrovare il linguaggio, poi ho svolto una ricerca nella mia libreria che ha un ricco scaffale dedicato all’argomento e mi sono messo al lavoro. L’idea è quella di seguire lo schema delle stagioni dei telefilm. Cinque episodi che riuniti formano un romanzo.

In un periodo in cui si sviluppano contaminazioni, il tuo sarà un western “classico” o una rielaborazione moderna?
Lo strillo pubblicitario dice “Tra Leone e Tarantino” e sicuramente c’è un po’ di verità, però ho voluto scrivere un western come quelli che mi appassionavano da ragazzo. Un western militare che un po’ ricorda certi film di Gordon Douglas o di John Ford, i romanzi di Gordon D. Shirreffs. Ci sono alcuni elementi legati al western all’italiana e, perché no, a quello post moderno di Quentin Tarantino, ma si tratta essenzialmente di una avventura tradizionale ambientata in un verosimile 1870. Se poi il West vero non era proprio così, come diceva John Ford, nei western quando la storia incontra la leggenda, la seconda vince sempre.

Sarà come per “Dream Force”? Una collana cioè dove ospiterai anche altri autori?
No, il concetto è diverso. Questa è una miniserie che gestisco personalmente con meno uscite ma scritte tutte da me. So poi che altri autori come Michele Tetro hanno proposto delle loro vicende western ma che saranno slegate.

So che sei un grande collezionista di libri, fumetti e film: c’è qualche “chicca western” che vuoi condividere?
C’è moltissimo in effetti. Se volete entrare nello spirito vi consiglio di rileggere la serie “Bouncer” di Alejandro Jodorowsky con i disegni di François Bouq [in Italia, MagicPress 2012, Editoriale Cosmo 2013]. Come testo di consultazione, mi hanno appena regalato un bellissimo libro di Rupeirut sugli Apaches, pubblicato negli anni ’90 da Mursia. E se girate nelle bancarelle non fatevi sfuggire quei deliziosi volumetti verdi dei “Grandi Western Longanesi”. Erano magnifici.

Per finire, puoi consigliarci un fumetto western che ti è capitato di leggere ultimamente?
Una serie che ho conosciuto questa estate e della quale uscirà a novembre il secondo album. Fumetto franco-belga con un disegno che ricorda quello di Blueberry. Si chiama “Undertaker” e i testi sono di Xavier Dorison, quello di Long John Silver.





  Lucius Etruscus è vice-curatore di ThrillerMagazine e redattore di SherlockMagazine, gestore del database “Gli Archivi di Uruk” e di vari altri blog, come “Fumetti Etruschi” (recensioni di fumetti di ogni genere), “Il Zinefilo” (dedicato al cinema di serie Z), il “CitaScacchi” (citazioni scacchistiche da ogni forma di comunicazione) ed altri ancora. Scrive saggi su riviste on line, ha partecipato (sia come giuria che come autore) al romanzo corale “Chi ha ucciso Carlo Lucarelli?” (Bacchilega Editore) e su ThrillerMagazine ha raccontato le indagini del detective bibliofilo Marlowe... non “quel” Marlowe, i cui retroscena (ed altro ancora) sono narrati nel blog “NonQuelMarlowe”. Lucius Etruscus è anche autore della saga weird western risorgimentale "Giona Sei-Colpi".
 Noi abbiamo parlato delle sue opere qui e qui.







5 commenti:

Lucius Etruscus ha detto...

Grazie dell'ospitalità: è una chicca che merita di girare ;-)

Ivano Satos ha detto...

Onoratissimo Lucius!!! Kentucky è nato proprio per questo ;)

MarioR ha detto...

E' sempre un piacere vedere che qualcuno si danna per promuovere il West e il western. Bravi, a voi e a Di Marino. Ora scrivo due righe anche sul mio blog: non per scimmiottarvi ma per dare una piccola spinta alla diffusione di questa lodevole iniziativa.

Lucius Etruscus ha detto...

Più se ne parla, più gira, più fa bene al genere e ai lettori ;-)

Ivano Satos ha detto...

@Mario Bravissimo Mario!!! Splendido esempio di vera passione western!!! Grazie mille a te per tutto, sia per i complimenti sia per la condivisione del messaggio :)